A Baveno

Il monumento allo scalpellino in granito rosa sul lungolago, realizzato Raffaele Polli, e il grande murales dipinto da Gilberto Carpo in piazza Matteotti, celebrano con tecniche artistiche diverse il duro lavoro degli scalpellini.

Chiese e altri edifici dell’architettura religiosa, testimoniano un antico e diffuso impiego del granito bavenese.

Uno dei più pregevoli esempi si trova nelle dodici colonne tuscaniche che costituiscono il colonnato della Via Crucis sul sagrato dell’antica Chiesa dei SS. Gervaso e Protaso ed in altri elementi architettonici della splendida piazza.

Fin da epoche molto antiche il granito ha trovato impiego anche nell’architettura civile: nell’antico nucleo di “Domo”, gran parte delle case, alcune di origine tardomedievale, presenta elementi in questa pietra. Fuori dal centro del paese, la Torre medioevale di Feriolo, che faceva parte del sistema di avvistamento della Valle dell’Ossola, è interamente in granito rosa.

In seguito, con la costruzione di splendide ville, tra Ottocento e inizi del Novecento, si ritrova un utilizzo intenso del bel granito rosa per colonnati, portali ed altri elementi del decoro architettonico.

In Italia e nel mondo

 

Il granito rosa di Baveno è il più noto dei Graniti dei Laghi (Maggiore, Orta e Mergozzo) ed è quello più largamente impiegato in Italia e all’estero: grazie alle sue specifiche proprietà, ha trovato un buon impiego sia come pietra da costruzione, sia da decoro, com’è testimoniato dalle numerose opere realizzate a partire dal XVI secolo, dapprima in ambito locale e nel vicino territorio lombardo, quindi in diverse regioni dell’Italia centrale e meridionale.

La prima grande apertura ai mercati internazionali per il granito di Baveno si deve all’imprenditore Nicola Della Casa (1843-1894), che avviò forme di promozione moderne in più lingue e aprì uffici di rappresentanza in tutte le grandi capitali europee e in America.

La fortuna del granito rosa all’estero prosegue nel corso di tutto il XX secolo, con realizzazioni che spesso vedono all’opera gli scultori Polli di Baveno. Dal punto di vista commerciale nel Novecento è soprattutto la ditta Cirla a sviluppare intesa attività di esportazione del granito rosa in tutto il mondo, arrivando fino in estremo Oriente.




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